L’ultimo itinerario di questa tratta ha avuto inizio a Catania su un treno storico delle Ferrovie dello Stato. A Giarre i passeggeri sono stati trasferiti a bordo delle vetture della Ferrovia Circumetnea alla volta di Bronte. L’attraversamento delle pendici dell’Etna ha mostrato il paesaggio aspro derivante dalle millenarie colate laviche, un paesaggio ostile all’uomo il quale, tuttavia, è riuscito con caparbietà a ritagliarsi spazi entro cui coltivare il proprio cibo. La fatica di questa difficile conquista ha dato origine a coltivazioni che, in virtù delle condizioni climatiche e della composizione del suolo vulcanico, rappresentano uno scrigno di biodiversità con caratteristiche uniche.
A parte i vini dell’Etna, che negli ultimi anni raggiungono notorietà e capacità di reggere il confronto qualitativo con i migliori vini in ambito mondiale, vale la pena di conoscere e promuovere le coltivazioni di specie vegetali neglette, come alcuni prodotti tutelati dal progetto dei Presidi Slow Food: Il Cavolo Trunzu di Aci, ad esempio o, salendo in quota, le mele antiche dell’Etna e Il Pistacchio Verde di Bronte.
Ed è proprio a Bronte, all’interno del Real Colleggio Capizzi, che Salvatore Giuffrida, docente dei progetti educativi di Slow Food, ha intrattenuto i centoventi viaggiatori sulle caratteristiche delle antiche mele dell’Etna, e soprattutto dell’oro verde di Bronte, il pistacchio, con la testimonianza di alcuni produttori. Grazie all’inappuntabile supporto organizzativo dei volontari della locale Pro Loco, si è proceduto alla degustazione guidata di alcuni dei prodotti raccontati nel corso della presentazione.
Al termine dell’incontro, un gruppo dei visitatori è stato accompagnato nel pistacchieto di uno dei produttori presenti, dove è stato possibile consumaro un rustico spuntino. Nel pomeriggio, il rientro a Catania con la Circumetnea, dopo una breve sosta a Randazzo.
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