Sul treno Massimo Brucato e Ignazio Vassallo, volontari di Slow Food Agrigento.
Una trentina di persone a bordo che si godono un tragitto ormai abbandonato dai treni di linea e due Laboratori del Gusto, a bordo. I paesaggi intorno sono davvero vari: si attraversa per prima la piana di Licata, tra campi spogli, orti e tunnel. Si passa accanto alle cantine licatesi e quindi accanto a vigne e poi, più in alto, qualche oliveto. Vicino a Campobello di Licata si vedono le strutture di altre cantine, il paesaggio si fa più verde. Dai finestrini poi si vede il bel centro storico di Canicattì, prima di inoltrarsi nelle zone minerarie: salgemma e zolfo, tra Racalmuto e Grotte ma anche nero d'Avola e mandorle e gli alberi di noce che raccontano di alte colline.
Si torna poi verso il mare attraversando la magia dei templi greci di Agrigento per arrivare all'affascinante polo ferroviario di Porto Empedocle. Sul treno, come accennato, due Laboratori del Gusto condotti da Massimo e Ignazio. Pani votivi e dolci monacali i temi portanti, e allora ecco il muffuletto di San Calogero – vicino c'è la devotissima Naro - stavolta fatto con perciasacchi e maiorca e ancora cipolla paglina di Castrofilippo e robiola stagionata di capra girgentana, due grandi Presìdi del territorio.
Si racconta delle comunità del cibo, dell'agricoltura che ama la biodiversità, dello spendido animale antico che è la girgentana. Quando siamo già in Valle dei Templi ecco i dolcetti di mandorle e pistacchio e miele e il racconto del rapporto viscerale tra popolazione, terra e mandorli. Alla fine della tratta alcuni viaggiatori scendono al giardino della Kolymbetra, in piena Valle, altri alla "marina". Tutto bello e intenso. Ringraziamo per la collaborazione il nostro socio Giovanni Gruttadauria di Campobello di Licata.
Tutte le foto del viaggio QUI'
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